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29 mag 2013

29/05/2012 -----> 29/05/2013 - NON DIMENTICHIAMO !!!





Ricordiamoci di Non Dimenticare !

I Tg, la Tv, i Giornali a livello Nazionale e Regionale,si sono già dimenticati, ma almeno noi cerchiamo di NON DIMENTICARE !!!

In questo primo mese di Servizio Civile a Cavezzo ho ascoltato alcune voci, imiei occhi hanno visto che di ferite fatte dal Terremoto ce ne sono ancora molte, ammetto che gli Emiliani della BassaModenese sono forti e tirano avanti senza guardare indietro, ma voglio dire anche che l'Italia, la nostra Regione e forse anche alcuni Modenesi si sono già dimenticati di loro e che anche noi di Modena Città non possiamo immaginare del tanto bisogno che c'è ancora laggiù e quanto c'è da fare...

Ringrazio di questa esperienza che sto vivendo laggiù in mezzo a voi e nel mio piccolo cerco di portare un pò di consolazione, ascolto, amore, un pò d'aiuto e 2 braccia in più per ripartire !

P.S.
Pensate se in un paese bello come l'Italia abbiamo dei Politici che ce lo rendono brutto.
Forse non tutti sannò (penso che sia un bene che sapete), che dopo un anno ci sono ancora:
persone che dormono in auto,
persone che devono pagare per demolire la casa,
persone che devono pagare per altri 10 anni il mutuo per un casa che non c'è più,
persone che devono comunque pagare l'affitto di una casa inagibile,
persone che devono pagare le bollette pari a 2500 €
e tantissime altre cose....
Queste persone però sono Forti, fortissime ed hanno tanta voglia di RIPARTIRE e RICOSTRUIRE, ma lo stato non da risposta e nemmeno soldi !

CORAGGIO!
Vi Voglio Bene !








11 mag 2013

Serie Bwin - Ultima giornata, Solo un caso ?

- Finalmente un post, ma quando ci vuole, ci vuole

Cercherò di spiegarmi, anche se non è per niente facile !!!
Parto con la premessa che il mio cuore è GialloBlù, ma sarei contento se il Sassuolo va in A (Ricordo che tra Modena e Sassuolo non c'è mai stato Odio e non capisco perchè tutto quest'odio che è nato quest'anno, forse solo molta invidia... Mah) !
V'invito a leggere quello che sto scrivendo, perchè non c'entra solo il Sassuolo, ma c'entra il nostro Calcio Italiano e i nostri campionati un pò "falsati":

Il pensiero che sto per esprimere è una cosa che pensavo dal 2/3 marzo, quando il Sassuolo perse 0 a 2 contro l'ultima in classifica Grosseto.

Il Campionato Serie B, potrebbe essere tutto falsato o che era stato deciso tutto all'inizio campionato, durante i sorteggi per rendere il campionato di Serie Bwin più bello e aperto sino alla fine (visto che spesso è seguito molto poco questo campionato... potrebbe essere per avvicinare anche tifosi allo stadio e persone a seguire di più questo campionato)

Perchè dico questo ?!
Da quando il Sassuolo perse contro il Grosseto che era (se non sbaglio)
+ 12/13 dalla secondo in classifica (Livorno) e +15 dalla terza (Verona), ebbe un crollo e pian piano il distacco è diminuito, però sempre restando primo in classifica..
(Ricordo che negli ultimi anni il Sassuolo negli ultimi 2 campionati di Serie B era sempre nelle prime 2 posizioni durante tutto il campionato e poi nelle ultime giornate è sempre uscito dalle prime 2 posizioni... con questo non voglio dire che il Sassuolo resterà in B, ma anche gli scorsi campionati c'era qualcosa che "puzzava")..
Quindi da come si può vedere nell'ultima giornata guardate che partita ci sono ?! Solo un caso ?

Fa strano pensare che sia stato deciso tutto dai "Sorteggi" che ci sono stati ad inizio campionato, ma a me non fa tanto strano, visto che il nostro Calcio e i nostri campionati sono "un po'" falsati...

1a (Sassuolo) contro la 3a (Livorno)
2a (Verona) contro la 4a (Empoli)
6a (Varese contro la 6a (Brescia)
Se il Livorno vince contro il Sassuolo e il Verona vince contro l'Empoli i Play Off non si giocheranno..

Mi sono sentito di scrivere questo pensiero che avevo da un pò di tempo...
Spero che si capisca !



p.s. 

Dopo 3 mesi di silenzio finalmente un Post, Scusate :D !

9 feb 2013

Un Film da non perdere


Un Film Assolutamente da vedere obbligatoriamente, un gran bel film, delle bellissime colonne sonore e che altro dire, andatelo ha vedere !!!

Django Unchained




DJANGO un CAPOLAVORO di Quentin Tarantino
Uno dei Film più belli di Tarantino
Un Film che c'è un pò d'Italia 

Un Film da Oscar
Colonna Sonora da Oscar 
Miglior Attore Protagonista da Oscar 
Miglior Attore non Protagonista da Oscar 

Un Film che entrerà nella classifica dei più bei Film della mia vita!

Sai Come ti Chiameranno ? La Pistola Più Veloce del Sud.

“ Amerigo Vassepi (Franco Nero): "Come ti chiami, giovane?" 
Django: "Django."
Amerigo Vassepi: "Sai come si scrive?"
Django: "D-j-a-n-g-o. La D è muta". 
Amerigo Vassepi: "Lo so". 

Grazie Quentin



Qui sotto vi metto il Trailer italiano in HD





5 feb 2013

Insegnamenti di Vita e Filosofia del monaco guerriero.


Da Guardare sia adolescenti, ragazzi e anche adulti, è un insegnamento per tutti noi !!!
Prendetevi 20 minuti per guardarvi questo video con molti significati !

Kung Fu Panda-Insegnamenti di Vita,Filosofia e Spiritualità del monaco guerriero.
Disciplina, Pazienza, Coraggio, Fiducia in se stessi,
Non si tratta di combattere.
Non occorre per forza mordere per combattere.
LA PAZIENZA.
ECCELLENZA DI SE'.
Fiducia in se stesso.
Imparare a controllare la propria forza.
Usa le tue capacità per il bene.
Tratta gli altri come vuoi che essi ti trattino.

BUONA VISIONE !



‎"Per rendere una cosa speciale devi solo credere che sia speciale..."

1 feb 2013

Buon Fine Settimana !


Ora sto per partire, direzione Assisi...

Per qualche giorno non sarò sul Blog, quindi vi volevo lasciare con questo Video/Canzone !!!

A presto

Ciaooo

29 gen 2013

"Nonostante la vostra indifferenza, Noi esistiamo"




Nel mio viaggio nel mondo della strada ho raccolto migliaia di lacrime che conservo ancora preziosamente nel mio cuore;  ho ascoltato le grida silenziose del popolo della notte; sono entrata in punta di piedi nei deserti di anime assetate di amore; ho visto un numero incredibile di mani tese alla ricerca disperata di aiuto e......... tanta, troppa INDIFFERENZA !
(Cit. Chiara Amirante)


Messaggio a tutti noi Cristiani e non solo, facciamoci tutti un esame di coscienza e cerchiamo ogni tanto di uscire dalle nostre mura parrocchiali, dal nostro guscio, dalla nostra culla e andiamo incontro a loro, hanno bisogno di NOI hanno bisogno del nostro AMORE e di Sentirsi AMATI...










"Nonostante la vostra indifferenza, 
Noi esistiamo" 
 ( Cit. Angelo, Ragazzo di strada, che si stava per suicidare ed a incontrato Chiara Amirante, 
che l'ha fatto passare dalla Vita, alla Morte, alla Resurrezione )



Questi Angeli della Notte, che a volte sono obbligati a vivere nell'inferno, hanno molto da insegnarci.



Rogo in sottopasso, muoiono due clochard

Per quanto tempo dovremmo ancora sentire notizie così ??? 


I corpi trovati nel sottopasso di Corso Italia a Roma. I due, forse somali, per scaldarsi hanno acceso qualcosa che ha scatenato l'incendio
I corpi carbonizzati di due persone sono stati ritrovati dai Vigili del Fuoco nel sottopasso di Corso Italia a Roma, dove si era sviluppato un incendio. Si tratta di due persone senza fissa dimora. I due erano all'interno di una piccola nicchia di uno dei sottopassi del Muro Torto, a due passi da via Veneto. L'ipotesi più probabile è che per scaldarsi dal freddo, nel corso della notte abbiano acceso qualcosa che poi ha innescato l'incendio.

Quando i vigili del fuoco sono arrivati per spegnere l'incendio, avvertiti da alcuni passanti, per i senzatetto non c'era più niente da fare. Alcuni testimoni hanno visto i due, probabilmente somali, accendere il fuoco con un cumulo di cartoni per riscaldarsi. I due, che si erano sistemati sui gradini di una via di fuga che porta fuori dal sottopasso ed è coperta da una pensilina, secondo una prima ricostruzione sarebbero prima morti per asfissia e poi carbonizzati dalle fiamme. 
Vicino ai corpi sono state trovate coperte e bottiglie di liquore e secondo quanto riferito, i due non dormivano nell'area attraversata dalle auto ma si erano sistemati nel sottoscala dell'uscita di emergenza.

 RIFLETTIAMO !!!

28 gen 2013

Unità dei Cristiani



Oggi Benedetto XVI concluderà la settimana di preghiera per l'unità dai Cristiani.

Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.
(Vangelo di Giovanni 17, 21-23)


Incoraggio tutti a pregare insieme affinché possiamo realizzare ‘Quello che esige il Signore da noi’, come dice quest’anno il tema della Settimana; un tema proposto da alcune comunità cristiane dell’India, che invitano a camminare con decisione verso l’unità visibile tra tutti i cristiani e a superare, come fratelli in Cristo, ogni tipo di ingiusta discriminazione”. 
(Benedetto XVI - Angelus del 20 Gennaio 2013)





Preghiera per l'unità
dei cristiani 

Signore Gesù, che hai pregato affinché tutti siano una cosa sola, noi ti preghiamo per l'Unità dei Cristiani, come tu la vuoi, con i mezzi che tu vuoi. Che lo Spirito Santo ci doni di vedere il nostro peccato e di sperare al di là di ogni speranza. 
Amen


La Chiesa "è sempre bisognosa di purificazione", e "una delle colpe più gravi che deturpano il volto della Chiesa è quella contro la sua unità visibile, in particolare le storiche divisioni che hanno separato i cristiani e che non sono state ancora del tutto superate". È quanto ha affermato ieri Benedetto XVI, all'Angelus in Piazza San Pietro, ricordando che "proprio in questi giorni, dal 18 al 25 gennaio, si svolge l'annuale Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, un momento sempre gradito ai credenti e alle comunità - ha detto -, che risveglia in tutti il desiderio e l'impegno spirituale per la piena comunione".

In tal senso, il Papa ha definito "molto significativa" la veglia da lui celebrata circa un mese fa, "in questa Piazza, con migliaia di giovani di tutta Europa e con la comunità ecumenica di Taizè: un momento di grazia in cui abbiamo sperimentato la bellezza di formare una cosa sola in Cristo".

"Incoraggio tutti a pregare insieme - ha proseguito - affinchè possiamo realizzare 'Quello che esige il Signore da noì, come dice quest'anno il tema della Settimana; un tema proposto da alcune comunità cristiane dell'India, che invitano a camminare con decisione verso l'unità visibile tra tutti i cristiani e a superare, come fratelli in Cristo, ogni tipo di ingiusta discriminazione".

Il Pontefice ha anche ricordato che venerdì prossimo, al termine di queste giornate di preghiera, presiederà i Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le mura, alla presenza dei rappresentanti delle altre Chiese e comunità ecclesiali.

Il Papa ha fatto anche sentire la sua voce perché nel mondo "cessino le stragi di civili inermi" e perchè, attraverso la via del negoziato, "abbia fine ogni violenza". L'appello di Benedetto XVI, pronunciato all'Angelus, non ha fatto riferimento particolare ed esplicito a nessuno dei conflitti in corso, ma non è difficile vedere nelle accorate parole del Pontefice l'angoscia crescente per la sanguinosa guerra civile in Siria, come pure per le nuove aree di scontro in Africa - vedi l'intervento francese in Mali - o anche per la recente strage di ostaggi nel blitz in Algeria. Il Papa, parlando ai fedeli in una Piazza San Pietro bagnata dalla pioggia, è tornato "ancora una volta" a pregare "per la pace", perché - ha affermato - "nei diversi conflitti purtroppo in atto, cessino le stragi di civili inermi, abbia fine ogni violenza, e si trovi il coraggio del dialogo e del negoziato".
(Fonte: L'Avvenire)

Preghiamo che in futuro non ci siano più divisioni, ma ci sia comunione e unità...


26 gen 2013

Per ridere un pò !!!


Un Video molto divertente, con questi simpaticissimi gatti.

BUONA VISIONE !!!






Presto un Post più interessante :) !!!

22 gen 2013

Il comportamento dei Cattolici nella vita politica


BuonGiorno/BuonaSera a Tutti, v'invito a leggere in questi giorni, questo articolo qua sotto, che visto che si avvicina il tempo del voto, ecco la nota della Congregazione per la Dottrina della Fede del 2002 sull'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica. 

è un articolo tutt'ora attuale al giorno d'oggi !!!

Buona lettura !!!








CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

NOTA DOTTRINALE
circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica 

La Congregazione per la Dottrina della Fede, sentito anche il parere del Pontificio Consiglio per i Laici, ha ritenuto opportuno pubblicare la presente “Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”. La Nota è indirizzata ai Vescovi della Chiesa Cattolica e, in special modo, ai politici cattolici e a tutti i fedeli laici chiamati alla partecipazione della vita pubblica e politica nelle società democratiche. 
  
I. Un insegnamento costante             
1. L’impegno del cristiano nel mondo in duemila anni di storia si è espresso seguendo percorsi diversi. Uno è stato attuato nella partecipazione all’azione politica: i cristiani, affermava uno scrittore ecclesiastico dei primi secoli, «partecipano alla vita pubblica come cittadini». La Chiesa venera tra i suoi Santi numerosi uomini e donne che hanno servito Dio mediante il loro generoso impegno nelle attività politiche e di governo. Tra di essi, S. Tommaso Moro, proclamato Patrono dei Governanti e dei Politici, seppe testimoniare fino al martirio la «dignità inalienabile della coscienza». Pur sottoposto a varie forme di pressione psicologica, rifiutò ogni compromesso, e senza abbandonare «la costante fedeltà all’autorità e alle istituzioni legittime» che lo distinse, affermò con la sua vita e con la sua morte che «l’uomo non si può separare da Dio, né la politica dalla morale». 
Le attuali società democratiche, nelle quali lodevolmente tutti sono resi partecipi della gestione della cosa pubblica in un clima di vera libertà, richiedono nuove e più ampie forme di partecipazione alla vita pubblica da parte dei cittadini, cristiani e non cristiani. In effetti, tutti possono contribuire attraverso il voto all’elezione dei legislatori e dei governanti e, anche in altri modi, alla formazione degli orientamenti politici e delle scelte legislative che a loro avviso giovano maggiormente al bene comune. La vita in un sistema politico democratico non potrebbe svolgersi proficuamente senza l’attivo, responsabile e generoso coinvolgimento da parte di tutti, «sia pure con diversità e complementarità di forme, livelli, compiti e responsabilità». 
Mediante l’adempimento dei comuni doveri civili, «guidati dalla coscienza cristiana», in conformità ai valori che con essa sono congruenti, i fedeli laici svolgono anche il compito loro proprio di animare cristianamente l’ordine temporale, rispettandone la natura e la legittima autonomia e cooperando con gli altri cittadini secondo la specifica competenza e sotto la propria responsabilità. Conseguenza di questo fondamentale insegnamento del Concilio Vaticano II è che «i fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla “politica”, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune», che comprende la promozione e la difesa di beni, quali l’ordine pubblico e la pace, la libertà e l’uguaglianza, il rispetto della vita umana e dell’ambiente, la giustizia, la solidarietà, ecc.  
La presente Nota non ha la pretesa di riproporre l’intero insegnamento della Chiesa in materia, riassunto peraltro nelle sue linee essenziali nel Catechismo della Chiesa Cattolica, ma intende soltanto richiamare alcuni principi propri della coscienza cristiana che ispirano l’impegno sociale e politico dei cattolici nelle società democratiche. E ciò perché in questi ultimi tempi, spesso per l’incalzare degli eventi, sono emersi orientamenti ambigui e posizioni discutibili, che rendono opportuna la chiarificazione di aspetti e dimensioni importanti della tematica in questione.  
  
II. Alcuni punti nodali nell’attuale dibattito culturale e politico    
2. La società civile si trova oggi all’interno di un complesso processo culturale che mostra la fine di un’epoca e l’incertezza per la nuova che emerge all’orizzonte. Le grandi conquiste di cui si è spettatori provocano a verificare il positivo cammino che l’umanità ha compiuto nel progresso e nell’acquisizione di condizioni di vita più umane. La crescita di responsabilità nei confronti di Paesi ancora in via di sviluppo è certamente un segno di grande rilievo, che mostra la crescente sensibilità per il bene comune. Insieme a questo, comunque, non è possibile sottacere i gravi pericoli a cui alcune tendenze culturali vorrebbero orientare le legislazioni e, di conseguenza, i comportamenti delle future generazioni.  
È oggi verificabile un certo relativismo culturale che offre evidenti segni di sé nella teorizzazione e difesa del pluralismo etico che sancisce la decadenza e la dissoluzione della ragione e dei principi della legge morale naturale. A seguito di questa tendenza non è inusuale, purtroppo, riscontrare in dichiarazioni pubbliche affermazioni in cui si sostiene che tale pluralismo etico è la condizione per la democrazia. Avviene così che, da una parte, i cittadini rivendicano per le proprie scelte morali la più completa autonomia mentre, dall’altra, i legislatori ritengono di rispettare tale libertà di scelta formulando leggi che prescindono dai principi dell’etica naturale per rimettersi alla sola condiscendenza verso certi orientamenti culturali o morali transitori, come se tutte le possibili concezioni della vita avessero uguale valore. Nel contempo, invocando ingannevolmente il valore della tolleranza, a una buona parte dei cittadini — e tra questi ai cattolici — si chiede di rinunciare a contribuire alla vita sociale e politica dei propri Paesi secondo la concezione della persona e del bene comune che loro ritengono umanamente vera e giusta, da attuare mediante i mezzi leciti che l’ordinamento giuridico democratico mette ugualmente a disposizione di tutti i membri della comunità politica. La storia del XX secolo basta a dimostrare che la ragione sta dalla parte di quei cittadini che ritengono del tutto falsa la tesi relativista secondo la quale non esiste una norma morale, radicata nella natura stessa dell’essere umano, al cui giudizio si deve sottoporre ogni concezione dell’uomo, del bene comune e dello Stato.   
3. Questa concezione relativista del pluralismo nulla ha a che vedere con la legittima libertà dei cittadini cattolici di scegliere, tra le opinioni politiche compatibili con la fede e la legge morale naturale, quella che secondo il proprio criterio meglio si adegua alle esigenze del bene comune. La libertà politica non è né può essere fondata sull’idea relativista che tutte le concezioni sul bene dell’uomo hanno la stessa verità e lo stesso valore, ma sul fatto che le attività politiche mirano volta per volta alla realizzazione estremamente concreta del vero bene umano e sociale in un contesto storico, geografico, economico, tecnologico e culturale ben determinato. Dalla concretezza della realizzazione e dalla diversità delle circostanze scaturisce generalmente la pluralità di orientamenti e di soluzioni che debbono però essere moralmente accettabili. Non è compito della Chiesa formulare soluzioni concrete — e meno ancora soluzioni uniche — per questioni temporali che Dio ha lasciato al libero e responsabile giudizio di ciascuno, anche se è suo diritto e dovere pronunciare giudizi morali su realtà temporali quando ciò sia richiesto dalla fede o dalla legge morale. Se il cristiano è tenuto ad «ammettere la legittima molteplicità e diversità delle opzioni temporali», egli è ugualmente chiamato a dissentire da una concezione del pluralismo in chiave di relativismo morale, nociva per la stessa vita democratica, la quale ha bisogno di fondamenti veri e solidi, vale a dire, di principi etici che per la loro natura e per il loro ruolo di fondamento della vita sociale non sono “negoziabili”. 
Sul piano della militanza politica concreta, occorre notare che il carattere contingente di alcune scelte in materia sociale, il fatto che spesso siano moralmente possibili diverse strategie per realizzare o garantire uno stesso valore sostanziale di fondo, la possibilità di interpretare in maniera diversa alcuni principi basilari della teoria politica, nonché la complessità tecnica di buona parte dei problemi politici, spiegano il fatto che generalmente vi possa essere una pluralità di partiti all’interno dei quali i cattolici possono scegliere di militare per esercitare — particolarmente attraverso la rappresentanza parlamentare — il loro diritto-dovere nella costruzione della vita civile del loro Paese. Questa ovvia constatazione non può essere confusa però con un indistinto pluralismo nella scelta dei principi morali e dei valori sostanziali a cui si fa riferimento. La legittima pluralità di opzioni temporali mantiene integra la matrice da cui proviene l’impegno dei cattolici nella politica e questa si richiama direttamente alla dottrina morale e sociale cristiana. È su questo insegnamento che i laici cattolici sono tenuti a confrontarsi sempre per poter avere certezza che la propria partecipazione alla vita politica sia segnata da una coerente responsabilità per le realtà temporali. 
La Chiesa è consapevole che la via della democrazia se, da una parte, esprime al meglio la partecipazione diretta dei cittadini alle scelte politiche, dall’altra si rende possibile solo nella misura in cui trova alla sua base una retta concezione della persona. Su questo principio l’impegno dei cattolici non può cedere a compromesso alcuno, perché altrimenti verrebbero meno la testimonianza della fede cristiana nel mondo e la unità e coerenza interiori dei fedeli stessi. La struttura democratica su cui uno Stato moderno intende costruirsi sarebbe alquanto fragile se non ponesse come suo fondamento la centralità della persona. È il rispetto della persona, peraltro, a rendere possibile la partecipazione democratica. Come insegna il Concilio Vaticano II, la tutela «dei diritti della persona umana è condizione perché i cittadini, individualmente o in gruppo, possano partecipare attivamente alla vita e al governo della cosa pubblica». 
4. A partire da qui si estende la complessa rete di problematiche attuali che non hanno avuto confronti con le tematiche dei secoli passati. La conquista scientifica, infatti, ha permesso di raggiungere obiettivi che scuotono la coscienza e impongono di trovare soluzioni capaci di rispettare in maniera coerente e solida i principi etici. Si assiste invece a tentativi legislativi che, incuranti delle conseguenze che derivano per l’esistenza e l’avvenire dei popoli nella formazione della cultura e dei comportamenti sociali, intendono frantumare l’intangibilità della vita umana. I cattolici, in questo frangente, hanno il diritto e il dovere di intervenire per richiamare al senso più profondo della vita e alla responsabilità che tutti possiedono dinanzi ad essa. Giovanni Paolo II, continuando il costante insegnamento della Chiesa, ha più volte ribadito che quanti sono impegnati direttamente nelle rappresentanze legislative hanno il «preciso obbligo di opporsi» ad ogni legge che risulti un attentato alla vita umana. Per essi, come per ogni cattolico, vige l’impossibilità di partecipare a campagne di opinione in favore di simili leggi né ad alcuno è consentito dare ad esse il suo appoggio con il proprio voto. Ciò non impedisce, come ha insegnato Giovanni Paolo II nella Lettera Enciclica Evangelium vitae a proposito del caso in cui non fosse possibile scongiurare o abrogare completamente una legge abortista già in vigore o messa al voto, che «un parlamentare, la cui personale assoluta opposizione all’aborto fosse chiara e a tutti nota, potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica». 
In questo contesto, è necessario aggiungere che la coscienza cristiana ben formata non permette a nessuno di favorire con il proprio voto l’attuazione di un programma politico o di una singola legge in cui i contenuti fondamentali della fede e della morale siano sovvertiti dalla presentazione di proposte alternative o contrarie a tali contenuti. Poiché la fede costituisce come un’unità inscindibile, non è logico l’isolamento di uno solo dei suoi contenuti a scapito della totalità della dottrina cattolica. L’impegno politico per un aspetto isolato della dottrina sociale della Chiesa non è sufficiente ad esaurire la responsabilità per il bene comune. Né il cattolico può pensare di delegare ad altri l’impegno che gli proviene dal vangelo di Gesù Cristo perché la verità sull’uomo e sul mondo possa essere annunciata e raggiunta. 
Quando l’azione politica viene a confrontarsi con principi morali che non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno, allora l’impegno dei cattolici si fa più evidente e carico di responsabilità. Dinanzi a queste esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili, infatti, i credenti devono sapere che è in gioco l’essenza dell’ordine morale, che riguarda il bene integrale della persona. E’ questo il caso delle leggi civili in materia di aborto e di eutanasia (da non confondersi con la rinuncia all’accanimento terapeutico, la quale è, anche moralmente, legittima), che devono tutelare il diritto primario alla vita a partire dal suo concepimento fino al suo termine naturale. Allo stesso modo occorre ribadire il dovere di rispettare e proteggere i diritti dell’embrione umano. Analogamente, devono essere salvaguardate la tutela e la promozione della famiglia, fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso e protetta nella sua unità e stabilità, a fronte delle moderne leggi sul divorzio: ad essa non possono essere giuridicamente equiparate in alcun modo altre forme di convivenza, né queste possono ricevere in quanto tali un riconoscimento legale. Così pure la garanzia della libertà dieducazione ai genitori per i propri figli è un diritto inalienabile, riconosciuto tra l’altro nelle Dichiarazioni internazionali dei diritti umani. Alla stessa stregua, si deve pensare alla tutela sociale dei minori e alla liberazione delle vittime dalle moderne forme di schiavitù (si pensi ad esempio, alla droga e allo sfruttamento della prostituzione). Non può essere esente da questo elenco il diritto alla libertà religiosa e lo sviluppo per un’economia che sia al servizio della persona e del bene comune, nel rispetto della giustizia sociale, del principio di solidarietà umana e di quello di sussidiarietà, secondo il quale «i diritti delle persone, delle famiglie e dei gruppi, e il loro esercizio devono essere riconosciuti». Come non vedere, infine, in questa esemplificazione il grande tema della pace. Una visione irenica e ideologica tende, a volte, a secolarizzare il valore della pace mentre, in altri casi, si cede a un sommario giudizio etico dimenticando la complessità delle ragioni in questione. La pace è sempre «frutto della giustizia ed effetto della carità»; esige il rifiuto radicale e assoluto della violenza e del terrorismo e richiede un impegno costante e vigile da parte di chi ha la responsabilità politica. 
  
III. Principi della dottrina cattolica su laicità e pluralismo    
5. Di fronte a queste problematiche, se è lecito pensare all’utilizzo di una pluralità di metodologie, che rispecchiano sensibilità e culture differenti, nessun fedele tuttavia può appellarsi al principio del pluralismo e dell’autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettano o che attenuino la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali per il bene comune della società. Non si tratta di per sé di «valori confessionali», poiché tali esigenze etiche sono radicate nell’essere umano e appartengono alla legge morale naturale. Esse non esigono in chi le difende la professione di fede cristiana, anche se la dottrina della Chiesa le conferma e le tutela sempre e dovunque come servizio disinteressato alla verità sull’uomo e al bene comune delle società civili. D’altronde, non si può negare che la politica debba anche riferirsi a principi che sono dotati di valore assoluto proprio perché sono al servizio della dignità della persona e del vero progresso umano. 
6. Il richiamo che spesso viene fatto in riferimento alla “laicità” che dovrebbe guidare l’impegno dei cattolici, richiede una chiarificazione non solo terminologica. La promozione secondo coscienza del bene comune della società politica nulla ha a che vedere con il “confessionalismo” o l’intolleranza religiosa. Per la dottrina morale cattolica la laicità intesa come autonomia della sfera civile e politica da quella religiosa ed ecclesiastica - ma non da quella morale - è un valore acquisito e riconosciuto dalla Chiesa e appartiene al patrimonio di civiltà che è stato raggiunto. Giovanni Paolo II ha più volte messo in guardia contro i pericoli derivanti da qualsiasi confusione tra la sfera religiosa e la sfera politica. «Assai delicate sono le situazioni in cui una norma specificamente religiosa diventa, o tende a diventare, legge dello Stato, senza che si tenga in debito conto la distinzione tra le competenze della religione e quelle della società politica. Identificare la legge religiosa con quella civile può effettivamente soffocare la libertà religiosa e, persino, limitare o negare altri inalienabili diritti umani». Tutti i fedeli sono ben consapevoli che gli atti specificamente religiosi (professione della fede, adempimento degli atti di culto e dei Sacramenti, dottrine teologiche, comunicazioni reciproche tra le autorità religiose e i fedeli, ecc.) restano fuori dalle competenze dello Stato, il quale né deve intromettersi né può in modo alcuno esigerli o impedirli, salve esigenze fondate di ordine pubblico. Il riconoscimento dei diritti civili e politici e l’erogazione dei pubblici servizi non possono restare condizionati a convinzioni o prestazioni di natura religiosa da parte dei cittadini.  
Questione completamente diversa è il diritto-dovere dei cittadini cattolici, come di tutti gli altri cittadini, di cercare sinceramente la verità e di promuovere e difendere con mezzi leciti le verità morali riguardanti la vita sociale, la giustizia, la libertà, il rispetto della vita e degli altri diritti della persona. Il fatto che alcune di queste verità siano anche insegnate dalla Chiesa non diminuisce la legittimità civile e la “laicità” dell’impegno di coloro che in esse si riconoscono, indipendentemente dal ruolo che la ricerca razionale e la conferma procedente dalla fede abbiano svolto nel loro riconoscimento da parte di ogni singolo cittadino. La “laicità”, infatti, indica in primo luogo l’atteggiamento di chi rispetta le verità che scaturiscono dalla conoscenza naturale sull’uomo che vive in società, anche se tali verità siano nello stesso tempo insegnate da una religione specifica, poiché la verità è una. Sarebbe un errore confondere la giustaautonomia che i cattolici in politica debbono assumere con la rivendicazione di un principio che prescinde dall’insegnamento morale e sociale della Chiesa. 
Con il suo intervento in questo ambito, il Magistero della Chiesa non vuole esercitare un potere politico né eliminare la libertà d’opinione dei cattolici su questioni contingenti. Esso intende invece — come è suo proprio compito — istruire e illuminare la coscienza dei fedeli, soprattutto di quanti si dedicano all’impegno nella vita politica, perché il loro agire sia sempre al servizio della promozione integrale della persona e del bene comune. L’insegnamento sociale della Chiesa non è un’intromissione nel governo dei singoli Paesi. Pone certamente un dovere morale di coerenza per i fedeli laici, interiore alla loro coscienza, che è unica e unitaria. «Nella loro esistenza non possono esserci due vite parallele: da una parte, la vita cosiddetta “spirituale”, con i suoi valori e con le sue esigenze; e dall’altra, la vita cosiddetta “secolare”, ossia la vita di famiglia, di lavoro, dei rapporti sociali, dell’impegno politico e della cultura. Il tralcio, radicato nella vite che è Cristo, porta i suoi frutti in ogni settore dell’attività e dell’esistenza. Infatti, tutti i vari campi della vita laicale rientrano nel disegno di Dio, che li vuole come “luogo storico” del rivelarsi e del realizzarsi dell’amore di Gesù Cristo a gloria del Padre e a servizio dei fratelli. Ogni attività, ogni situazione, ogni impegno concreto — come, ad esempio, la competenza e la solidarietà nel lavoro, l’amore e la dedizione nella famiglia e nell’educazione dei figli, il servizio sociale e politico, la proposta della verità nell’ambito della cultura — sono occasioni provvidenziali per un “continuo esercizio della fede, della speranza e della carità”». Vivere ed agire politicamente in conformità alla propria coscienza non è un succube adagiarsi su posizioni estranee all’impegno politico o su una forma di confessionalismo, ma l’espressione con cui i cristiani offrono il loro coerente apporto perché attraverso la politica si instauri un ordinamento sociale più giusto e coerente con la dignità della persona umana. 
Nelle società democratiche tutte le proposte sono discusse e vagliate liberamente. Coloro che in nome del rispetto della coscienza individuale volessero vedere nel dovere morale dei cristiani di essere coerenti con la propria coscienza un segno per squalificarli politicamente, negando loro la legittimità di agire in politica coerentemente alle proprie convinzioni riguardanti il bene comune, incorrerebbero in una forma di intollerante laicismo. In questa prospettiva, infatti, si vuole negare non solo ogni rilevanza politica e culturale della fede cristiana, ma perfino la stessa possibilità di un’etica naturale. Se così fosse, si aprirebbe la strada ad un’anarchia morale che non potrebbe mai identificarsi con nessuna forma di legittimo pluralismo. La sopraffazione del più forte sul debole sarebbe la conseguenza ovvia di questa impostazione. La marginalizzazione del Cristianesimo, d’altronde, non potrebbe giovare al futuro progettuale di una società e alla concordia tra i popoli, ed anzi insidierebbe gli stessi fondamenti spirituali e culturali della civiltà.
  
IV. Considerazioni su aspetti particolari    
7. È avvenuto in recenti circostanze che anche all’interno di alcune associazioni o organizzazioni di ispirazione cattolica, siano emersi orientamenti a sostegno di forze e movimenti politici che su questioni etiche fondamentali hanno espresso posizioni contrarie all’insegnamento morale e sociale della Chiesa. Tali scelte e condivisioni, essendo in contraddizione con principi basilari della coscienza cristiana, non sono compatibili con l’appartenenza ad associazioni o organizzazioni che si definiscono cattoliche. Analogamente, è da rilevare che alcune Riviste e Periodici cattolici in certi Paesi hanno orientato i lettori in occasione di scelte politiche in maniera ambigua e incoerente, equivocando sul senso dell’autonomia dei cattolici in politica e senza tenere in considerazione i principi a cui si è fatto riferimento. 
La fede in Gesù Cristo che ha definito se stesso «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6) chiede ai cristiani lo sforzo per inoltrarsi con maggior impegno nella costruzione di una cultura che, ispirata al Vangelo, riproponga il patrimonio di valori e contenuti della Tradizione cattolica. La necessità di presentare in termini culturali moderni il frutto dell’eredità spirituale, intellettuale e morale del cattolicesimo appare oggi carico di un’urgenza non procrastinabile, anche per evitare il rischio di una diaspora culturale dei cattolici. Del resto lo spessore culturale raggiunto e la matura esperienza di impegno politico che i cattolici in diversi paesi hanno saputo sviluppare, specialmente nei decenni posteriori alla seconda guerra mondiale, non possono porli in alcun complesso di inferiorità nei confronti di altre proposte che la storia recente ha mostrato deboli o radicalmente fallimentari. È insufficiente e riduttivo pensare che l’impegno sociale dei cattolici possa limitarsi a una semplice trasformazione delle strutture, perché se alla base non vi è una cultura in grado di accogliere, giustificare e progettare le istanze che derivano dalla fede e dalla morale, le trasformazioni poggeranno sempre su fragili fondamenta. 
La fede non ha mai preteso di imbrigliare in un rigido schema i contenuti socio-politici, consapevole che la dimensione storica in cui l’uomo vive impone di verificare la presenza di situazioni non perfette e spesso rapidamente mutevoli. Sotto questo aspetto sono da respingere quelle posizioni politiche e quei comportamenti che si ispirano a una visione utopistica la quale, capovolgendo la tradizione della fede biblica in una specie di profetismo senza Dio, strumentalizza il messaggio religioso, indirizzando la coscienza verso una speranza solo terrena che annulla o ridimensiona la tensione cristiana verso la vita eterna.  
Nello stesso tempo, la Chiesa insegna che non esiste autentica libertà senza la verità. «Verità e libertà o si coniugano insieme o insieme miseramente periscono», ha scritto Giovanni Paolo II. In una società dove la verità non viene prospettata e non si cerca di raggiungerla, viene debilitata anche ogni forma di esercizio autentico di libertà, aprendo la via ad un libertinismo e individualismo, dannosi alla tutela del bene della persona e della società intera.    
8. A questo proposito è bene ricordare una verità che non sempre oggi viene percepita o formulata esattamente nell’opinione pubblica corrente: il diritto alla libertà di coscienza e in special modo alla libertà religiosa, proclamato dalla Dichiarazione Dignitatis humanae del Concilio Vaticano II, si fonda sulla dignità ontologica della persona umana, e in nessun modo su di una inesistente uguaglianza tra le religioni e tra i sistemi culturali umani. In questa linea il Papa Paolo VI ha affermato che «il Concilio, in nessun modo, fonda questo diritto alla libertà religiosa sul fatto che tutte le religioni, e tutte le dottrine, anche erronee, avrebbero un valore più o meno uguale; lo fonda invece sulla dignità della persona umana, la quale esige di non essere sottoposta a costrizioni esteriori che tendono ad opprimere la coscienza nella ricerca della vera religione e nell’adesione ad essa». L’affermazione della libertà di coscienza e della libertà religiosa non contraddice quindi affatto la condanna dell’indifferentismo e del relativismo religioso da parte della dottrina cattolica, anzi con essa è pienamente coerente. 
  
V. Conclusione  
9. Gli orientamenti contenuti nella presenta Nota intendono illuminare uno dei più importanti aspetti dell’unità di vita del cristiano: la coerenza tra fede e vita, tra vangelo e cultura, richiamata dal Concilio Vaticano II. Esso esorta i fedeli a «compiere fedelmente i propri doveri terreni, facendosi guidare dallo spirito del vangelo. Sbagliano coloro che, sapendo che qui noi non abbiamo una cittadinanza stabile ma che cerchiamo quella futura, pensano di poter per questo trascurare i propri doveri terreni, e non riflettono che invece proprio la fede li obbliga ancora di più a compierli, secondo la vocazione di ciascuno». Siano desiderosi i fedeli «di poter esplicare tutte le loro attività terrene, unificando gli sforzi umani, domestici, professionali, scientifici e tecnici in una sola sintesi vitale insieme con i beni religiosi, sotto la cui altissima direzione tutto viene coordinato a gloria di Dio».
Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II nell’Udienza del 21 novembre 2002 ha approvato la presente Nota, decisa nella Sessione Ordinaria di questa Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione. 
           
Roma, dalla sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 24 novembre 2002, Solennità di N.S. Gesù Cristo Re dell’Universo. 
  
JOSEPH CARD. RATZINGER
Prefetto 
    
TARCISIO BERTONE, S.D.B.
Arcivescovo emerito di Vercelli
Segretario

    (Fonte:http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20021124_politica_it.html)

18 gen 2013

Grazie e sono già 2 mesi..


Come passa veloce il tempo, veramente troppo veloce, sono già passati 2 mesi dall'apertura di questo Blog.

Ringrazio tutti quelli che fino ad oggi l'hanno visitato (siete stati veramente in tanti), commentato, votato e mi hanno dato suggerimenti...
GRAZIE e continuate ha visitarlo e a commentare !!!

Presto in questo Blog ci saranno un pò di novità...

INTANTO VI DICO ANCORA UNA VOLTA GRAZIE


GRAZIE MILLE - 883 - MAX PEZZALI



TESTO DELLA CANZONE "GRAZIE MILLE"

Quando si vedono 
le montagne che non c'è foschia 
quando le vacanze iniziano 
e quando poi torno a casa mia 
quando mi alzo e sento che ci sono 
quando sfreghi il naso contro il mio 
quando mi respiri vicino 
sento che sento che 

Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo 
che sto vivendo 
Grazie Mille 

Quando si giocano 
le coppe in tele il mercoledì 
quando sento un pezzo splendido 
che mai pensavo bello così 
quando il cane mi vuol salutare 
quando vedo i miei sorridere 
quando ho l'entusiasmo di fare 
sento che sento che 

Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo 
che sto vivendo 
Grazie Mille 

Quando un microfono 
non lo vorrei abbandonare mai 
quando i miei amici prendono 
un'accoppiata secca alla SNAI 
quando il mondo mi sembra migliore 
anche solo per un attimo 
quando so che ce la posso fare 
sento che sento che 

Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo 
che sto vivendo 
Grazie Mille 


Per ogni istante, ogni giorno, ogni attimo 
che mi è stato dato 
Grazie Mille 
Grazie Mille 
Grazie Mille 
Grazie Mille 
Grazie Mille 
Grazie Mille

17 gen 2013

YOGA e CRISTIANESIMO sono INCOMPATIBILI


Spesso in alcune discussione con amici mi è capitato di parlare di questo argomento e finalmente ho trovato due bei articoli a riguardo, v'invito a Leggere, sono articoli molto interessanti !!!

Qui sotto vi metto gli articoli e un video-testimonianza, se vorrete potrete commentare e dire come la pensate, so che questo articolo potrebbe creare discussioni, ma la verità di questa "disciplina/tecnica" è questa scritta qua sotto.



“Il fascino che lo yoga ha sull'occidente è indiscutibile. Lo yoga è dappertutto, dai corsi nelle palestre agli esercizi pre- parto (vedi Balaskas), sembra che sia la soluzione allo stress del mondo moderno.

Ma lo yoga davvero lo conosciamo? Che cos’e’ lo yoga veramente? I concetti spirituali che ci sono alla base degli asana (posture fisiche) sono spesso ai più sconosciuti , pochi in realtà sanno che provengono da particolari scritture sacre induiste e che il solo credere al concetto di energia vitale (prana) che ne è strettamente connesso significa entrare in contrasto con il credo cristiano. Il Credo cristiano e quello spirituale dello yoga, non sono compatibili ,eppure molti non lo sanno.

Il problema è che,non è facile , (per chi proviene da una tradizione monoteista) definire i contorni della proposta yoga, perchè all'inizio si pensa che lo yoga sia solo una forma di rilassamento fisico e cura, non meglio definita, di vari problemi fisici.

Invece, lo yoga si muove “su diversi livelli” come dice Ratzinger nell'intervista riportata alla sinistra e a questo si aggiunge, però, che la “pura ginnastica” non rappresenta, che la punta di un iceberg di un mondo, dove i concetti spirituali e religiosi costituiscono più la norma che l'eccezione , la religiosità orientale ha caratteristiche e forme molto differenti da quelle delle grandi religioni monoteiste, ecco perchè il cristiano fa propri dei concetti (ad esempio quelli dei meridiani o dei chakra ) senza che senta nessun campanello d'allarme.



La popolarità dello yoga e di altre filosofie orientali e metodi di meditazione è enormemente cresciuta negli ultimi anni. Permane, tuttavia, l’interrogativo su fino a che punto queste pratiche siano compatibili con il cristianesimo.

L’ultimo contributo al dibattito su questo tema è un libro pubblicato da un religioso lasalliano australiano, Max Sculley, intitolato Yoga, Tai Chi, Reiki: A Guide for Christians (Connor Court Publishing).

Queste tecniche sono ampiamente raccomandate come utili per il fitness e per il relax e a prima vista, pochi avrebbero elementi per giudicarle male, afferma monsignor Julian Porteous, vescovo ausiliario di Sydney, nella prefazione al saggio.

Tuttavia, ammonisce il presule, “il mondo in cui viene introdotto il neofita è avverso alla fede cristiana”.

Se da un lato le pratiche in questione, ad un approccio superficiale, promettono di essere benefiche, in realtà esse sono “un cavallo di Troia a causa della loro dannosa infiltrazione spirituale”.
Fratello Sculley spiega che uno dei principali problemi sta nella promozione di stati di coscienza alterati. Si tratta di una pratica designata a portare le persone a sperimentare un senso di unità con il cosmo e il divino e stimola un sentimento di beatitudine. Assieme a ciò, tuttavia, porta con sé pericoli che vanno dall’instabilità mentale all’influenza demoniaca.

Molti cristiani che praticano yoga, tai chi e simili discipline, lo fanno senza alcun desiderio di abbracciare la filosofia ispiratrice o le credenze spirituali, tuttavia, commenta l’autore, le tecniche di alterazione della mente provocano seri rischi spirituali.

Nella sezione sullo yoga, Sculley spiega che è esso inestricabilmente connesso con i principi religiosi dell’induismo, che è in contraddizione con il Cristianesimo in vari punti fondamentali.
Karma

Il panteismo, la dottrina della reincarnazione e l’idea che questa vita mortale non valga la pena di essere vissuta sono solo alcuni degli aspetti anti-cristiani dello yoga. Il Karma, aggiunge fratello Sculley, è un concetto assolutamente anti-cristiano, dal momento che include il concetto di una severa giustizia basata su un dio impersonale, senza alcuno spazio per il perdono o la pietà.

“Ciò è in totale contrasto con il Cristianesimo nel quale Gesù Cristo, attraverso la sua sofferenza, morte e resurrezione, ha espiato per i nostri peccati”, commenta l’autore.

Inoltre, il principio dello yoga, secondo cui l’unica realtà possibile è l’essenza divina in tutte le cose create e che qualunque cosa sia visibile è solo un miraggio passeggero, è in netto contrasto con il principio cristiano di un cosmo creato da Dio.

Fratello Sculley cita uno dei più noti esegeti dello yoga, Deepak Chopra, secondo il quale la pratica regolare di questa disciplina orientale può portare ad un cambiamento nella mente e nelle emozioni.

Riguardo al tai chi, l’autore afferma che si tratta di una disciplina troppo spesso considerata come un semplice mezzo di riduzione dello stress o di conseguimento di una buona salute. In comune con ciò che anima lo yoga, comunque, esso include gli stati di coscienza alterata e l’illusione di poter diventare divini.

Gli istruttori di tai chi, spiega Sculley, affermano che è basato sulla filosofia del taoismo e non sulla religione. Ciò che non è spiegato, aggiunge lo studioso, è che la filosofia taoista è essa stessa un sistema di principi religiosi che sono in conflitto con i principi del Cristianesimo.

Il chi è presentato come una sorta di forza vitale ma, secondo la filosofia che lo anima tutte le cose create sono manifestazioni divine del chi e lo scopo ultimo del tai chi è permettere a chi lo pratica di diventare divino.

Fratello Sculley aggiunge che il Taoismo cerca di spiegare tutta la realtà in termini di Ying e Yang. Ciò significa che non vi sono assoluti morali, tutto è relativo e le definizioni cristiane di bene e male non trovano posto.

“Anche se qualcuno cerca di prendere le distanze dalla filosofia chi, le tecniche incluse in questa meditazione in movimento sono tali da alterare in modo significativo lo stato di coscienza di chi ne fa pratica”, afferma l’autore.

Alcuni cristiani, ammette Sculley, non accettano la filosofia ispiratrice né qualsiasi altra tecnica di alterazione della mente. “Qualunque maestro di tai chi deplorerebbe una versione così impoverita dell’arte”, che non sarebbe tai chi ma una sorta di ginnastica ritmica.

Guarigione

Il Reiki è un’altra diffusa pratica, presentata come tecnica guaritrice. Il vocabolo si compone di due parole giapponesi che letteralmente significano “energia divina universale”.

Esso comprende una credenza panteistica e l’affermazione che tutti gli umani hanno la capacità di diventare divini. Inoltre, il Reiki sostiene la reincarnazione e il concetto di divinità suprema, concetto profondamente diverso dalla fede cristiana.

La guarigione cristiana, spiega Fratello Sculley, ha luogo in una atmosfera di fede nel potere guaritore di Cristo ed è accompagnata dalla confessione dei peccati. Nel Reiki non è richiesta alcuna fede e il peccato e il male non esistono.

Non per nulla, aggiunge lo studioso, nel 2009 la Conferenza Episcopale degli USA ha pubblicato un documento in cui si spiega che la guarigione Reiki non ha nulla di cristiano e contiene gli elementi di un’altra religione.

Il libro di Fratello Sculley stimola una profonda riflessione su cosa vi sia dietro a pratiche che sono ampiamente accettate da molti cristiani, inconsapevoli di ciò che rappresentano.

(Fonte: Zenit)



Qui sotto un video Testimonianza di Claudia Koll, dove parla dello Yoga che la portava verso il "male" e della sua Conversione !!!


15 gen 2013

In vista delle elezioni, COME VOTARE ALLE PROSSIME ELEZIONI?


COME VOTARE ALLE PROSSIME ELEZIONI?

Bellissimo articolo prima delle elezioni:

Seguendo i consigli del Papa (non quelli della stampa cosiddetta ''cattolica'') perché il cristiano vota secondo i principi non negoziabili (vita, famiglia, libertà di educazione)
Nell'ultimo periodo mi è capitato più volte di discutere di politica con amici cattolici e la domanda di fondo era sempre la stessa: "Ma noi cattolici chi possiamo votare alle prossime elezioni?".

Chiarisco subito che non conosco la risposta a questa domanda e che non ritengo di avere le competenze politiche per dare consigli a nessuno.
La cosa che mi interessa fare è solamente proporre alcune riflessioni.

In primo luogo, è doveroso evidenziare che la Chiesa non dà ai fedeli indicazioni vincolanti circa il partito da votare, anche se qualche giorno fa un amico sosteneva ironicamente che "da qualche parte ci dev'essere scritto che i cattolici non possono votare a sinistra, è scritto nella Bibbia :)".
Quali sono dunque i criteri che i fedeli devono seguire nell'apporre la propria croce sulla carta elettorale? Ebbene, i cattolici sono chiamati a propendere per le fazioni politiche che dimostrano di promuovere e difendere i cosiddetti "principi non negoziabili", che Benedetto XVI ha mirabilmente dettagliato nel corso di un Convegno promosso dal PPE il 30 marzo del 2006. Riportiamo le parole del papa: «Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l'interesse principale dei suoi interventi nella vita pubblica si centra sulla protezione e sulla promozione della dignità della persona e per questo presta particolare attenzione ai principi che non sono negoziabili. Tra questi, oggi emergono chiaramente i seguenti: la protezione della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del suo concepimento fino alla morte naturale; il riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia, come unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio, e la sua difesa di fronte ai tentativi di far sì che sia giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che in realtà la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo ruolo sociale insostituibile; la protezione del diritto dei genitori ad educare i loro figli. Questi principi non sono verità di fede, anche se sono illuminati e confermati dalla fede; sono insiti nella natura umana, e pertanto sono comuni a tutta l'umanità. L'azione della Chiesa nella loro promozione non è quindi di carattere professionale, ma si dirige a tutte le persone, indipendentemente dalla loro affiliazione religiosa. Questa azione è anzi ancor più necessaria nella misura in cui questi principi sono negati o fraintesi, perché in questo modo si compie un'offesa alla verità della persona umana, una grave ferita provocata alla giustizia stessa».
A quanto detto fino ad ora vorrei aggiungere un'ulteriore riflessione. Spesso si sente, in riferimento alla classe politica nostrana: "Caio sarebbe bravo, ma è attaccato ai soldi", "Sempronio si dice cattolico, ma poi non va a Messa", e via discorrendo. Tutte cose giuste, ci mancherebbe. Tuttavia fare affermazioni di questo genere significa fermarsi al nudo giudizio riguardo le azioni dei nostri fratelli, atteggiamento che peraltro conferma pienamente l'immagine evangelica per cui la pagliuzza nell'occhio altrui risulta essere molto più evidente della trave presente nel nostro.
Sinceramente, chi di noi può anche solo pensare di elevarsi a modello, sia nella fede che nella coerenza di vita? Ecco quindi che anche con i politici occorre essere clementi, proprio perché sono uomini come noi, peccati e debolezze comprese. L'importante è che, nel loro agire quotidiano in politica, portino avanti la difesa dei valori non negoziabili. Poi a casa loro sono liberi di comportarsi come credono: nella sfera privata, infatti, il giudizio spetta solo a Dio.
In conclusione, lo ripeto: non so in quale partito possa riconoscersi un cattolico oggigiorno. L'importante è che, votando, si tengano a mente i valori non negoziabili sopra esposti e ci si ricordi - per dirla con uno slogan passato alla storia - che "nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no!".

(Fonte: DioIncidenze - Libertà e Persona)







12 gen 2013

Squarci di vita attraverso kose a kaso: Il 3x2 di Trenitalia - Ritardi TrenItalia

Squarci di vita attraverso kose a kaso: Il 3x2 di Trenitalia:
Post pubblicato oggi sul Blog di una mia amica, che ne vale la pena Condividerlo con Voi

Ricordate





Ricordate che la Passione di Cristo
termina sempre nella gioia della Risurrezione,
così, quando sentite nel vostro cuore la sofferenza di Cristo,
ricordate che deve venire la Resurrezione,
che deve sorgere la gioia della Pasqua.
Non lasciatevi mai invadere in tal maniera dal dolore
da dimenticare la gioia di Cristo Risorto.

(Madre Teresa di Calcutta)




10 gen 2013

Discorso e Poesia



Bellissima Poesia scritta da Madra teresa di Calcutta
Qui sotto potete anche vedere il video del Discorso del Premio Nobel per la Pace dato a Madre Teresa.



Inno alla vita (Madre Teresa di Calcutta)


La vita è bellezza, ammirala.

La vita è un’opportunità, coglila.

La vita è beatitudine, assaporala.

La vita è un sogno, fanne una realtà.

La vita è una sfida, affrontala.

La vita è un dovere, compilo.

La vita è un gioco, giocalo.

La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è una ricchezza, conservala.

La vita è amore, donala.

La vita è un mistero, scoprilo.

La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.

La vita è un inno, cantalo.

La vita è una lotta, accettala.

La vita è un’avventura, rischiala.

La vita è felicità, meritala.

La vita è la vita, difendila.



Il celebre discorso di M.Teresa di Calcutta alla consegna del nobel per la pace del 1979 nel quale parla dell'aborto come minaccia alla pace; celebre la frase: " SE UNA MADRE PUO' UCCIDERE SUO FIGLIO CHI IMPEDISCE AGLI UOMINI DI UCCIDERSI TRA DI LORO?




7 gen 2013

MESSI ENTRA DI NUOVO NELLA STORIA


Tutto come previsto LIONEL MESSI ENTRA DI NUOVO NELLA STORIA

‎"Messi è il calcio. Il calcio è Messi"

Vince di nuovo il Pallone d'Oro, il 4° ed ha raggiunto un nuovo Record, (pochi mesi fa aveva raggiunto un altro Record), un Calciatore che vince il 4° pallone d'oro consecutivo non era mai successo nella Storia del Calcio e Lionel Messi c'è riuscito !!!

Complimenti !!!






Lionel Messi si aggiudica il Pallone d'oro 2012 e diventa, con quattro riconoscimenti consecutivi, il calciatore ad averne vinti di più nella storia. Superati Michel Platini, Johan Cruijff eMarco Van Basten, che si fermarono a quota tre. Il fuoriclasse del Barcellona ha preceduto Cristiano Ronaldo (2°) e il compagno di club Andrés Iniesta (3°). "E' pazzesco. Quattro volte di fila è pazzesco", le prime parole di Leo.
In occasione della conferenza stampa che ha preceduto la cerimonia del Pallone d'oro, Leo Messi ha fatto sfoggio di modestia nonostante abbia battuto ogni record segnando 91 gol nell'anno solare appena concluso: "Il 2012 non è stato il mio anno migliore - le sue parole -. Mi interessano di più i premi e i trofei a livello di squadra che i primati personali. Ci sono state stagioni in cui abbiamo (con il Barcellona, ndr) vinto più titoli e per questo li ritengo i miei anni migliori".

(articolo preso da TgCom)